P.G. Wodehouse ci regala alcune fra le infinite variazioni intorno ai suoi personaggi bislacchi e irripetibili, che devono vedersela con l'avidità, la ristrettezza mentale o la semplice perfidia di lontani zii gottosi, direttori invadenti, allibratori senza scrupoli e relativi scagnozzi, prestigiatori malevoli e vanitosi, schiere di cagnolini petulanti. Non mancano le donne forti e volitive, come Rosie M. Banks e Julia Ukridge, e gli imperturbabili maggiordomi, modelli di sobrietà e numi tutelari della casa. Sullo sfondo, una società britannica d'altri tempi descritta con la leggerezza inconfondibile e la comicità ? questa sì, senza tempo ? di Wodehouse: a sbrogliare una matassa apparentemente insolubile è spessissimo il caso, una circostanza fortuita quanto esilarante, che come d'incanto rimescola le carte e conduce all'inevitabile lieto fine. Perché, come afferma saggiamente uno degli eroi di queste pagine, il giovane Stanley Featherstonehaugh Ukridge, "per quante tempeste si profilino all'orizzonte, da qualche parte c'è sempre il sole!"