Isabel Dalhousie, riflessiva ma tutt’altro che prudente direttrice della Rivista di etica applicata, non rinuncia a intervenire nella vita degli altri anche ora che è diventata madre del piccolo Charlie. Da esponente di una fetta della società edimburghese benestante, le sue avventure hanno come teatro per lo più magioni secolari di ricchi possidenti o, come stavolta, gallerie d’arte, frequentate da collezionisti e pittori. Capita infatti che, durante un’asta per l’acquisto di un dipinto di uno dei suoi paesaggisti prediletti, Isabel fiuti odor di bruciato. Prima un collezionista le strappa l’oggetto del desiderio a suon di quattrini, poi decide di cederglielo senza colpo ferire. Strano quel quadro non rifinito, ancor più strano il soggetto: raffigura il punto in cui pare che un gorgo spaventoso abbia ingoiato il suo autore. O forse si è trattato di suicidio? E poi quel suo giovane fidanzato, bello come un adone, amabilmente gentile, nonché padre amorevole di Charlie, sarà ancora nel cuore della bella nipote di Isabel, la gastronoma Cat, o quest’ultima avrà perdonato l’evoluta zia? Tanti dilemmi e una sola possibile via d’uscita: ragionare col cervello, ma lasciarsi trasportare dal sentimento…

“Miss Marple si è reincarnata in Isabel Dalhousie.”
Irene Bignardi, Vanity Fair

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L'autore

Alexander McCall Smith

Alexander McCall Smith

Sir Alexander McCall Smith, nato e cresciuto in Africa, ex professore di Medicina legale all’università di Edimburgo, è il creatore di diverse serie di romanzi, la cui fama si è prodigiosamente diffusa in tutto il mondo, tra cui «I casi di Precious Ramotswe, detective N. 1 del Botswana», «I casi di Isabel Dalhousie, filosofa e investigatrice» e «Le storie del 44 Scotland Street». I suoi libri sono tradotti in 46 lingue. McCall Smith è stato insignito di lauree ad honorem da diverse università, in Europa e in Nord America, e ha ricevuto numerosi premi, tra cui un riconoscimento dal presidente del Botswana per i servigi resi al suo Paese attraverso la letteratura e l'onorificenza Knight Bachelor dal re Carlo III.