Dalla nascita dei primi ristoranti nella Parigi post-rivoluzionaria del 1789 (la ghigliottina aveva lasciato i grandi chef dei nobili senza lavoro e quindi avevano dovuto inventarsi un nuovo mestiere) fino alla catastrofe culinaria delle grandi catene di fast food, Adam Gopnik ci conduce in un viaggio nel mondo della cucina e del cibo. Americano innamorato della Francia, del suo modo di cucinare, Gopnik racconta l'evoluzione del nostro rapporto con il cibo, con interessanti e divertenti digressioni nel mondo affascinante e inebriante dei vini, ambito nel quale un bordeaux francese ha subito la vergognosa sconfitta da parte di un cabernet californiano in un blind contest (come dice Gopnik, qualcosa di simile a quello che avrebbero provato gli americani nel vedersi sconfitti a basket dalla Lituania). In mezzo ci sono riflessioni sul gusto, sul significato del bere e del mangiare, ma anche spassose interviste a chef inglesi diventati campioni della cucina tradizionale, qualche ironia sui giapponesi che acquisiscono i grandi marchi e un po' di satira letteraria su una categoria che Gopnik considera nefasta: gli autori di libri sui vini!
In principio era la tavola
Adam Gopnik
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L'autore

Adam Gopnik
Adam Gopnik scrive per il New Yorker dal 1986. Ha vinto tre volte il National Magazine Award for Essays and for Criticism e il George Polk Award for Magazine Reporting. Vive a New York con la moglie e i loro due figli. Guanda ha pubblicato Una casa a New York, Da Parigi alla luna, In principio era la tavola, Il sogno di una vita, L’invenzione dell’inverno e Io, lei, Manhattan.