Peggio di Caino e Abele, due loschi fratelli della Toscana medievale si fronteggiano, il pugnale nella destra celata dietro le spalle. E riescono a uccidersi contemporaneamente. Questi due tragici spettri introducono Dante nel posto più sozzo dell’Inferno, ove i traditori sono collocati nel centro geometrico dell’Universo... Oggi è tornato di moda trattarsi reciprocamente come dei Giuda. Eppure manca la dimensione epica del tradimento, come sfida a Dio e agli uomini insieme. E dire che può esserci persino un uso creativo e finanche «virtuoso» del tradimento: ce l’hanno insegnato Machiavelli, Shakespeare e Leopardi, per non dire di Mozart e Da Ponte. Negli affari di cuore come in quelli della politica: ma perché tutto non ricada nel conformismo, occorre che traditi e traditori diano prova di quel coraggio che spazza via le ipocrisie dei moralisti d’ogni colore. Il coraggio che spingeva Bruto e Cassio – i due «arcitraditori» di Cesare – a proclamarsi «liberi e armati».

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Un’appassionata ed elegante apologia del tradimento inteso come categoria del pensiero.

[Il Sole 24 Ore]

Traditori non sempre all’inferno: puniti da Dante, salvati da Machiavelli, a volte agiscono a fin di bene.

[Corriere della Sera]

L'autore

Giulio Giorello

Giulio Giorello

Giulio Giorello è stato ordinario di Filosofia della scienza all’Università degli Studi di Milano e ha collaborato con vari giornali, tra cui il Corriere della Sera. Tra i suoi saggi ricordiamo Il tradimento (Longanesi, 2012 e Guanda, 2014), La filosofia di Topolino (con Ilaria Cozzaglio, Guanda, 2013), Noi che abbiamo l’animo libero (con Edoardo Boncinelli, Longanesi, 2014), Libertà (Bollati Boringhieri, 2015) e L'incanto e il disinganno: Leopardi. Poeta, filosofo, scienziato (con Edoardo Boncinelli, Guanda, 2016).