Manuela ha quarantacinque anni e una vita come tante, alle prese con il lavoro, il marito, i figli, i suoceri. Sua la voce narrante di questo intenso romanzo, una voce che colpisce da subito perché chiara, energica, sfaccettata, ironica. Manuela all’i­nizio di questa storia deve fare i conti con una diagnosi di malattia, la prima scintilla di un incendio devastatore che travolge tutto: il matrimonio va in crisi, la figlia adolescente si allontana in una sua personale ricerca di identità, il figlio più piccolo sembra prigioniero delle sue difficoltà scolastiche, e dal passato riemerge il dolore per la perdita di un bambino mai nato. Sullo sfondo, i fan­tasmi provenienti dal complicato re­taggio familiare: quella di Manuela è una famiglia «diversa», ma nella sua diversità simile a tante del no­stro tempo. Una famiglia di ebrei italiani che rilegge strutture antiche alla luce della propria fragilità, alle prese con la malattia ma anche con la ­crescita, che rivela nella sua peculiarità meccanismi universali di una sfida molto con­­tem­po­ra­nea. Solo accettando le ambivalenze, imparando ad aprirsi alla gioia e al dolore nella loro intensità, riuscirà a dire che la vita forse non è sem­pre facile ma che è il nostro cammino: e soprattutto che è unica e insostituibi­le. Che è preziosa, no­no­stante tutto.

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Ogni volta che una madre si fa delle aspettative si mette in lista d'attesa per la delusione.

Ho capito che l'amore a volte è bello, a volte è brutto. A volte soffoca, a volte salva. A volte ti manca, a volte ti sovrasta fi no a spegnerti. A volte è mescolato a talmente tante cose che non lo distingui e rischi di perderlo.

È vero, una vita senza amore è vuota e inutile. Ma nessuno ti dice mai che l'amore a volte è qualcosa di molto difficile.

La nostra casa traballava, e se ancora non andava del tutto a fuoco si cominciava a annusare odore di fumo.

Passerà, mi dissi. La notte. La malattia. Il casino di Lea. La paura. E quando passerà torneremo a essere normali. Finirò il libro, ricomincerò a uscire. Darò un senso a tutti quei giorni vuoti della settimana. Tornerò a avere fiducia. Passerà tutto. Tutto passa. Anche l'amore.

L'autore

Laura Forti

Laura Forti

Laura Forti, scrittrice e drammaturga, è una delle autrici italiane più rappresentate all’estero. Insegna scrittura teatrale e auto­biografica e collabora come giornalista con radio e riviste nazionali e internazionali. In ambito editoriale, ha tradotto per Einaudi I cannibali e Mein Kampf di George Tabori. Con La Giuntina ha pubblicato L’acrobata e Forse mio padre, romanzo vincitore del Premio Mondello Opera Italiana, Super Mondello e Mondello Giovani 2021.