Buenos Aires 1977, all’uscita della scuola serale Marco Bechis viene sequestrato da un gruppo di militari in borghese. Ha vent’anni. Il racconto della sua tragica avventura esistenziale inizia qui e ci conduce nei giorni e nelle notti della sua infanzia e della sua adolescenza vissute tra l’Italia e l’Argentina della dittatura militare. Fin quando lui, ragazzo di buona famiglia cosmopolita, si avvicina al movimento dei Montoneros e finisce in un carcere clandestino. I genitori riescono a ottenere la sua scarcerazione e lo riportano in Italia, ma per gli altri sequestrati la sorte non sarà la stessa: lui è sopravvissuto, gli altri no e questa colpa lo accompagnerà tutta la vita. Osservatore e testimone, Bechis ci porta dentro l’aula del tribunale di Buenos Aires dove affronta finalmente i suoi carcerieri alla sbarra.
Pagina dopo pagina, la testimonianza de La solitudine del sovversivo acquisisce forza straordinaria per via del punto di vista scelto dall'autore, drammatico e drammaticamente incisivo.
Leggere la sua storia non è solo un viaggio nel tempo più buio del nostro passato recente, ma fa capire quanto l'arte, per chi crea, possa nascere dalla disperazione e dalla paura, e diventare un destino.
Chi sono io, qui e ora? Uno che non parla e morirà attraversato dalle scariche elettriche oppure uno che diventerà un docile animaletto? Un eroe o un traditore?