È con una prospettiva nuova che Brian Van Reet racconta, da reduce, il conflitto armato nella vasta crisi mediorientale, portando il lettore sul campo, accanto ai soldati, a respirarne le illusioni infrante, i compromessi con la coscienza, gli orrori fatti di carne e sangue. La giovanissima Cassandra Wigheard, donna soldato arrivata in Iraq nel 2003 per sfuggire alla desolazione della provincia americana, cade in un’imboscata dei jihadisti e si risveglia in una cella buia e lurida, dove ogni sforzo è volto a sopravvivere ad abusi e atrocità, e dove la prossimità fisica con il nemico riesce a creare relazioni umane molto più complesse di quanto lei avrebbe mai pensato prima di partire. Come Cassandra, il giovane carrista Sleed, il cui pensiero può riassumersi nella massima «ogni scelta è così cruciale che diventa inutile preoccuparsene», e l’egiziano Abu al-Hool, mujaheddin tormentato dal dubbio, rendono concreto, tangibile, terribile il teatro di guerra, facendolo percepire per quello che è: caos.

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Limpido e autentico. A ferro e fuoco è un romanzo di guerra per chi non ama i romanzi di guerra.

[Anne Enright]

Un romanzo splendido, che merita un posto d'onore nella recente narrativa di guerra.

[Kirkus Reviews]

Un debutto potente, che mostra la guerra in tutta la sua complessità e brutalità.

[Kate Atkinson]

Lucido, acuto, coinvolgente. Un romanzo la cui stessa struttura esprime un giudizio sulla guerra

[The Observer]

È raro che un romanzo di guerra scritto da un soldato sia così equanime e convincente.

[Financial Times]

Un magnifico esordio.

[The Guardian]

L'autore

Brian Van Reet

Brian Van Reet è nato a Houston. Dopo l’attentato dell’11 settembre ha lasciato la University of Virginia e si è arruolato come carrista nell’esercito degli Stati Uniti. Ha prestato servizio in Iraq, ottenendo il grado di sergente e ricevendo la medaglia di bronzo al valore. Ha vinto due volte il premio del Texas Institute of Letters per il miglior racconto. A ferro e fuoco è il suo romanzo di esordio.