Da dove venga Cinìn, da quale di quei borghi annidati fra le pieghe dell’Appennino modenese, nessuno lo sa. Il suo padrone, il Massaro, dice di averlo comprato; forse dagli zingari. Quei pochi che gli si rivolgono «come a un cristiano» lo chiamano semplicemente Cinìn; gli altri Bastardìn o Bastardòn. Tanto meglio, pensa Cinìn. Perché del suo vero nome, Gennaro, lui si vergogna: nessuno, da quelle parti, si chiama così. Eppure sarà proprio a causa di quell’insolito nome, e dell’irrefrenabile desiderio di andare a vedere le «angiole» dipinte sul muro di una chiesetta di campagna, che la vita di Cinìn prenderà una direzione del tutto inaspettata. Dall’incontro con la bella ed enigmatica contessa di Renno fino alla sconvolgente scoperta della prospettiva, Cinìn attraverserà una serie di vicende che lo porteranno — lui, il piccolo bastardo guardiano di mucche — a diventare il Maestro dei santi pallidi. Sullo sfondo dell’Italia di metà Quattrocento, Marco Santagata ha raccontato il sorgere del talento di un uomo sempre in fuga e sempre alla ricerca di qualcosa, capace di desiderare la felicità e la morte con la stessa intensità.

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L'autore

Marco Santagata

Marco Santagata

Marco Santagata (Zocca, 1947 - Pisa, 2020) è stato uno scrittore, critico letterario e docente universitario, vincitore nel 2003 del Premio Campiello con Il maestro dei santi pallidi e nel 2006 del Premio Stresa di Narrativa con L’amore in sé (entrambi pubblicati da Guanda). Tra i suoi numerosi romanzi e saggi ricordiamo Papà non era comunista (il suo esordio pubblicato da Guanda nel 1996), Voglio una vita come la mia (Guanda, 2008), Come donna innamorata (Guanda, 2015; finalista al Premio Strega 2015) e Il copista. Un venerdì di Francesco Petrarca (Guanda, 2020). Marco Santagata è stato anche il curatore delle opere di Dante nell’edizione Meridiani Mondadori e l’autore della biografia Dante, Il romanzo della sua vita (Mondadori, 2012; Premio Comisso 2013).