Un uomo vaga estraniato per le strade di Newcastle, ancora piene di gente, mentre la notizia del virus che ha colpito l’Irlanda e il resto del mondo lo spinge a chiedersi cosa sia meglio fare. Un’infermiera esausta e impaurita per tutto quello che sta vivendo si sente ancora peggio dopo aver perso un paziente. Un padre si mette alla ricerca del figlio che non vede da tempo e si avventura per le strade di Dublino deserte per il lockdown… Storie commoventi, piene di vita e amore, ma anche di dolore e preoccupazione per i tempi incerti che tutti abbiamo dovuto attraversare. Con la sua tipica ironia, sferzata da battute fulminanti, Roddy Doyle dipinge un ritratto vivido e originale delle nostre esistenze, della vita famigliare, delle piccole cose per cui vale la pena di vivere. Per ricordarci che, malgrado tutto, anche la quotidianità più banale e ordinaria nasconde una ricchezza, che spesso riusciamo ad apprezzare solo dopo averla persa.
C'è in questo libro di Doyle un carico emotivo che viene dal confronto con l'attualità, e c'è anche dell'ottimismo. Più di ogni altra cosa Doyle ci mostra l'importanza di parlarsi prima che sia troppo tardi.
Doyle ha un talento straordinario per i dialoghi, e qui tocca vette altissime
Doyle ha la capacità di creare personaggi rendendoli veri. Riesce a trasmettere commozione e barlumi di felicità, a raccontare il dolore e la capacità di ritrovarsi.