Leone arriva nel cuore dell’Amazzonia convinto dalla cugina Nur, alla quale non sa dire di no. Superate le sue resistenze e il suo ironico scetticismo, scivola presto in un mondo fuori dal tempo, dove si curano le persone con l’ayahuasca. Questo decotto psicotropo, dai numerosi effetti terapeutici, è consumato in cerimonie accompagnate dai canti sacri della foresta. In viaggi dentro la mente e il proprio corpo, grazie alla comunione con spiriti di animali e sorprendenti dialoghi con una voce interiore che stravolge ogni sua certezza, Leone approderà alla battaglia più dura, quella contro se stesso e i demoni che da sempre combatte. Rimetterà in discussione tutto: il suo lavoro di autore televisivo, la sua relazione inceppata in un’impasse, l’identità costruita intorno a una mascolinità tossica e le stanche convinzioni della nostra società che, di fronte a una catastrofe climatica annunciata, sceglie di proseguire ciecamente verso l’autodistruzione. L’esperienza sciamanica, titubante e spesso, suo malgrado, comica, spingerà Leone a toccare il fondo prima di risollevarsi. Il coraggio di guardare in faccia la realtà gli insegnerà a vedere in modo radicalmente nuovo la sua natura e la Natura.
Siamo di fronte alla più radicale presa di coscienza di un uomo.
Questo romanzo scuote le viscere, il coraggio e l'onestà che lo impregnano lo rendono un oggetto prezioso e indispensabile per la riscoperta del femminile che secoli di patriarcato e violenza hanno mutilato.
Che vita assurda viviamo. Più avanza il progresso, più cresce la nostra alienazione e l'incapacità nel percepirla. A me, in questo momento, seduto su un gradino di legno nel buio più totale in mezzo alla giungla, non manca niente. Mi addormento appoggiato alla balaustra, in balia degli insetti, che comunque, sono certo, saranno benevoli.