Weimar, 1921. La giovane Luise arriva alla scuola del Bauhaus, determinata a farsi strada nel mondo dell’architettura. Qui, tra maestri del calibro di Gropius, Klee e Kandinsky, gli studenti sono immersi in un’atmosfera di sperimentalismo e fervore artistico. Insieme ai fondamenti del disegno progettuale, Luise impara a conoscere anche l’amore. Dapprima con l’enigmatico Jakob, che la introduce nella cerchia mistica di Itten: è il periodo dei digiuni, delle veglie e delle camminate nella natura. Poi con Hermann, un uomo più grande di lei che riesce a darle un rapporto più solido, ma che finirà per rivelare una duplice natura. Nel frattempo la scuola si è trasferita a Dessau, dove la vita studentesca è fatta di notti brave, ma anche di discussioni politiche innescate dalla deriva nazionalsocialista della Repubblica di Weimar. Luise, che per inseguire il proprio sogno si è sottratta al ruolo di donna di casa a cui la famiglia vorrebbe relegarla, si scontra presto con la contraddittorietà di un movimento d’avanguardia come il Bauhaus: anche qui l’architettura è appannaggio della sfera maschile. L’ambiziosa Luise si trova allora di fronte a una scelta: seguire le lezioni del laboratorio di tessitura, come le consigliano i maestri, o fidarsi della propria inclinazione? Theresia Enzensberger ci consegna il ritratto di una donna insieme fragile ed emancipata che tra dubbi, crisi e delusioni riesce a mantenere intatto il suo progetto di vita. Romanzo di formazione sullo sfondo di uno dei periodi più creativi e discussi del Novecento, La ragazza del Bauhaus è una grande storia di riscatto femminile.
Un libro pieno di intelligenza, che ci ricorda come non sempre sia facile capire in che modo la violenza entri nella società e quale corso possa prendere.
Un campus novel a sfondo storico che racconta brillantemente la modernità della vita studentesca all’epoca del Bauhaus, ed è al tempo stesso un romanzo d’artista al femminile.
Non è cosa da poco scrivere un romanzo storico che sappia mettere insieme finzione e personaggi reali, e anche fare luce sul presente. Theresia Enzensberger ci è riuscita in modo magistrale.
La ragazza del Bauhaus rivela le contraddizioni interne e le ipocrisie delle avanguardie degli anni Venti, molto simili a quelle di oggi. Il bellissimo esordio di Theresia Enzensberger è una storia di emancipazione.
Sai, agli uomini non piace che le donne vadano a cacciare di frodo nei loro territori. E l’architettura è per l’appunto un territorio sul quale gli uomini avanzano pretese esclusive. Non se le riescono proprio a immaginare delle donne che costruiscono case!
Niente al momento mi sembra avere più senso che essere qui in questo posto, qui dove hanno capito che non possiamo stare fermi, che abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo. Voglio costruire il futuro e smantellare il passato.