Charles Bukowski ha amato molto: le donne, l’alcol, i libri e la scrittura, il gioco d’azzardo… In queste pagine scopriamo un’altra passione del cantore del lato oscuro ¬dell’America: i gatti. Maestose e bellissime, le «piccole tigri» hanno sempre affascinato Bukowski, che con i gatti ha scelto di condividere l’esistenza, lasciando che camminassero sui tasti della macchina da scrivere e che fossero testimoni compiaciuti delle sue sbronze e delle sue scorribande – letterarie e non. Lo scrittore descrive i felini come fieri combattenti, cacciatori spietati, maestri nell’arte della sopravvivenza, animali che sanno come dare e pretendere -rispetto, senza mai tradire la loro vera natura, indipendente, ribelle e un po’ cinica, proprio come quella di Bukowski. Questo libro, che attinge direttamente alla fonte dei manoscritti originali dell’autore, è il racconto autentico e intimo della vita selvatica e indomabile di uno scrittore di culto.
quando mi sento a terra mi basta guardare i miei gatti e il mio coraggio riaffiora. studio queste creature. sono i miei maestri.
Più gatti hai, più a lungo vivrai. Se hai cento gatti, vivi dieci volte di più che se ne hai dieci. Prima o poi questa cosa verrà scoperta e la gente avrà migliaia di gatti e vivrà per sempre.
non mi piace l'amore a comando, come ricerca. l'amore deve venire da te, come un gatto affamato alla porta.
Il gatto è la bellezza del diavolo
Ecco, questo sì che è un gatto bellissimo. Ha la lingua penzoloni, è strabico. Ha la coda mozzata. È bellissimo, ha cervello… ‘Questo gatto sono io'. È arrivato alla mia porta che stava morendo di fame. Sapeva benissimo dove venire. Tutte e due siamo barboni sopravvissuti alla strada.