Firenze, dicembre 1965. Un uomo viene trovato ucciso nella sua abitazione: l’assassino gli ha conficcato un paio di forbici nella nuca. Del morto si conosce la professione, redditizia quanto disgustosa: era un usuraio e la gente, quasi a segnalarne l’estraneità, lo chiamava «il nuovo venuto». Da un primo sopralluogo non emergono indizi significativi. Sarà l’autopsia del medico legale Diotivede a offrire il primo tassello di un puzzle ancora tutto da costruire. Il commissario Bordelli, chiamato a far luce su un delitto che suscita in lui sentimenti contrastanti – il bisogno di far giustizia ma anche una profonda ostilità per la vittima – si appresta a iniziare un’indagine quanto mai ardua… Nel frattempo l’agente Piras è tornato a casa, in Sardegna, per una lunga convalescenza dovuta a una brutta ferita riportata durante una sparatoria. Le sue giornate sono scandite da una noiosa ripetitività, fino al giorno in cui, del tutto inaspettatamente, anche lui si ritrova coinvolto in un caso che ha tutta l’aria del vero e proprio rompicapo. Arrivato al terzo appuntamento con il commissario Bordelli, Marco Vichi ci restituisce un personaggio vitale, con le sue abitudini, i suoi umori, la sua risentita umanità, sullo sfondo di una vicenda tanto sinistra quanto rivelatrice di una precisa realtà italiana.

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C'è un nuovo sceriffo in città. Il commissario Bordelli, con la sua sanguigna umanità tutta italiana e tutta toscana, si inserisce oggi nella grande tradizione dei De Vincenzi e dei Duca Lamberti: poliziotti complessi e tormentati che raccontano un'Italia ingenua e cattiva che ancora non sapeva di essere così noir.

[Carlo Lucarelli]

Solitario, scontroso, abitudinario... il commissario Bordelli ha preso il cuore dei suoi lettori. E sembra non volerlo più lasciare.

[Ranieri Polese, Corriere della Sera]

Una tormentata figura di investigatore e un'Italia meno cinica ma non meno cattiva di oggi.

[Corrado Augias, Il Venerdì di Repubblica]

Ci piace, il commissario Bordelli, per quel clima nostalgico da 'come eravamo', per un'attenzione, che ci ricorda i libri di Pratolini, all'esistenza e ai ritratti della gente comune... un poliziotto che ha qualcosa di chandleriano.

[Giovanni Pacchiano]

Il commissario Bordelli, un antieroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che riconosci come vero e che non è facile dimenticare.

[Andrea Camilleri]

L'autore

Marco Vichi

Marco Vichi

Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze e ­vive nel Chianti. Presso Guanda ha pubblicato i romanzi: L’inquilino, Donne donne, Il brigante, Nero di luna, Un tipo tranquillo, La vendetta, Il contratto, La sfida, Il console, Per nessun motivo, Ombre e Vite rubate con Leonardo Gori; le raccolte di racconti Perché dollari?, Buio d’amore, Racconti neri, Il bosco delle streghe, Se mai un giorno, Oltre il limite e La casa di tolleranza; i graphic novel Morto due volte con Werther Dell’Edera, Il commissario Bordelli con Giancarlo ­Caligaris e Reparto macelleria con Monica Fabbri; e la favola Il coraggio del cinghialino. Ha inoltre curato le antologie Città in nero, Delitti in provincia, È tutta una follia, Un inverno color noir, Scritto nella memoria. Della serie dedicata al commissario ­Bordelli sono usciti, sempre per Guanda: Il commissario Bordelli, Una brutta faccenda, Il nuovo venuto, Morte a Firenze (Premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa 2009 per il miglior romanzo noir italiano), La forza del destino, Fantasmi del passato, Nel più bel sogno, L’anno dei misteri, Un caso maledetto, Ragazze smarrite, Non tutto è perduto e Nulla si distrugge. Il suo sito internet è www.marcovichi.it