Firenze, estate 1963. La città è deserta per le vacanze e assediata dal caldo e dalle zanzare. Il commissario Bordelli passa la notte a rigirarsi nelle lenzuola, dopo giornate di banale routine estiva sbrigata da quei pochi rimasti, come il poliziotto Mugnais e il nuovo arrivato, Piras. Quand'ecco che una telefonata gli annuncia una morte misteriosa: una ricca signora viene trovata morta, accanto al letto un bicchiere con le gocce per l'asma e sul comodino il flacone perfettamente chiuso. Ma è difficile pensare a un attacco improvviso della malattia, come spiega l'anatomopatologo. Bordelli indaga sui singolari personaggi che frequentavano la villa della donna, tutti dotati di un alibi di ferro, ma c'è qualcosa che non lo convince.
Ci piace... per quel clima nostalgico da «come eravamo» per un'attenzione... all'esistenza e ai ritratti della gente comune.
C'è un nuovo sceriffo in città. Il commissario Bordelli, con la sua sanguigna umanità tutta italiana e tutta toscana, si inserisce oggi nella grande tradizione dei De Vincenzi e dei Duca Lamberti: poliziotti complessi e tormentati che raccontano un'Italia ingenua e cattiva che ancora non sapeva di essere così noir.
Il commissario Bordelli, un antieroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che riconosci come vero e che non è facile dimenticare.
Una tormentata figura di investigatore e un'Italia meno cinica ma non meno cattiva di oggi.
Solitario, scontroso, abitudinario... il commissario Bordelli ha preso il cuore dei suoi lettori. E sembra non volerlo più lasciare.