Che altro avrebbe potuto fare? si chiede nel silenzio della casa sulle colline. Continuare a fare il poliziotto sapendo che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini? Adesso trascorre le giornate cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell'orto. Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona. Ma il destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l'occasione di fare i conti con il passato, e Bordelli non si tira indietro.
Ci piace, il commissario Bordelli, per quel clima nostalgico da 'come eravamo', per un'attenzione, che ci ricorda i libri di Pratolini, all'esistenza e ai ritratti della gente comune... un poliziotto che ha qualcosa di chandleriano.»
C'è un nuovo sceriffo in città. Il commissario Bordelli, con la sua sanguigna umanità tutta italiana e tutta toscana, si inserisce oggi nella grande tradizione dei De Vincenzi e dei Duca Lamberti: poliziotti complessi e tormentati che raccontano un'Italia ingenua e cattiva che ancora non sapeva di essere così noir.
Cinico, burbero, ma di sentimenti democratici, Bordelli è disegnato dal suo autore Marco Vichi con un ampio uso di toni chiaroscuri, duro ma dal cuore tenero, inattuale nel suo come in altri tempi, poliziotto anomalo che preferisce frequentare i delinquenti e ha partecipato alla Resistenza.
Il commissario Bordelli, un antieroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che riconosci come vero e che non è facile dimenticare.
...Una tormentata figura di investigatore e un'Italia meno cinica ma non meno cattiva di oggi.