Nitido e scritto a macchina, il biglietto in busta sigillata infilato sotto la porta confermava l’appuntamento. Arundhati Roya spettava questa notizia da mesi, era pronta: doveva farsi trovare al tempio di Ma Danteshwari nell’orario e nel giorno stabiliti, con la macchina fotografica, il tika e una noce di cocco. In questo modo il pericoloso ribelle adivasi che avrebbe incontrato, a sua volta provvisto di cappellino, rivista hindi «Outlook» e banane, l’avrebbe riconosciuta. Ad accoglierla, però, c’era un ragazzino dall’aria tutt’altro che minacciosa,e per giunta senza giornale né banane, veloce spuntino consumato per ingannare l’attesa. Molto poco professionale per chi costituiva «la più grande minaccia per la sicurezza interna» dell’India, come sostenuto senza mezzi termini dal primo ministro Chidambaram in persona. Comincia così questa coraggiosa e sorprendente ricognizione attraverso un’India sconosciuta, il cui orizzonte fisico ed economico negli ultimi decenni è stato completamente ridisegnato dalle multinazionali. Con la connivenza del governo, le grandi aziende si sono impadronite delle terre, delle foreste, delle vite delle popolazioni locali in maniera del tutto illegittima e anticostituzionale. Ma i poveri di questi villaggi hanno deciso di fare fronte comune e di unirsi alla ribellione maoista per guidare la più grande democrazia del mondo verso un futuro alternativo al capitalismo selvaggio e all’avidità dilagante.

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L'autore

Arundhati Roy

Arundhati Roy

Arundhati Roy è l’autrice dei romanzi Il dio delle piccole cose, vincitore nel 1997 del Booker Prize e tradotto in quaranta lingue, e Il ministero della suprema felicità. Ha scritto inoltre numerosi libri di non fiction: La fine delle illusioni, Guerra è pace, Guida all’impero per la gente comune, L’impero e il vuoto, La strana storia dell’assalto al parlamento indiano, Quando arrivano le cavallette, In marcia con i ribelli, I fantasmi del capitale, Cose che si possono e non si possono dire (con John Cusack), Il mio cuore sedizioso e Azadi. Nel 2023 le è stato assegnato lo European Essay Prize alla carriera e nel 2024 il PEN Pinter Prize per la sua capacità di raccontare «importanti storie di ingiustizia con intelligenza e grazia». Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Guanda. Vive a New Delhi.